Lettera del prigioniero politico Samer Issawi dall’ospedale di Kaplan.

Samer Issawi’s letter in SEVEN languages

“Saluto tutti, senza eccezione, e chiedo alla onorabile gente del nostro Paese, della nostra Nazione araba e islamica, e a tutte le persone libere nel mondo, di dedicare il 17 aprile ai prigionieri politici in tutto il mondo e far si’ che diventi un giorno di rabbia e di solidarita’.

Quest’azione e’ necessaria per amplificare la voce di questi eroici prigionieri politici che si sono sacrificati e che si stanno sacrificando in nome della liberta’ ,della loro gente e dei loro Paesi, e per la protezione dei loro luoghi sacri sia islamici che cristiani  nei posti piu’ puri del mondo.

Ancora adesso questi prigionieri politici stanno soffrendo e lottando per migliorare le condizioni di vita in carcere e per proteggere non solo la qualita’ della loro vita in prigione ma la loro stessa dignita’. Il carceriere continua a violare convenzioni e leggi internazionali che dovrebbero garantire la liberta’ dei suddetti prigionieri . Lui inoltre aumenta costantemente gli attacchi con l’intenzione di rendere i prigionieri disperati e frustrati, facendoli sentire isolati nella loro disperazione , dimenticati dai loro concittadini e come se la causa per cui sono in prigione non fosse la lotta per la liberta’ di tutti. Grazie, comunque, alla coscienza dei prigionieri e alle loro salde convinzioni nella causa, essi continuano a sfidare e contestare queste misure arbitrarie di detenzione e continuano la resistenza per ottenere i loro diritti  e per difendere la loro dignita’.

Il 17 Aprile 2013 non dovrebbe essere  l’unico giorno di solidarieta’ con i prigionieri politici ma ci dovrebbe essere una protesta giornaliera in solidarieta’ con loro, cosi’come ci dovrebbe essere una giornaliera pressione contro l’occupazione per assicurare il rilasciamento di tutti i prigionieri politici . Non dovrebbero esserci trattative senza il rilascio di tutti i prigionieri politici come assoluta priorita’,  senza preoccuparsi del successo o fallimento delle stesse trattative.

A prescindere dal fatto che finche’ c’e’ un’occupazione ci saranno prigionieri politici, non dovremmo lasciare che questi soffrano senza fine in quelle prigioni, come certi veterani che sono li’ da piu’ di trenta anni. Questa e’ una vergogna per l’umanita’ e un disonore per ogni rivoluzionario che non agisca in favore della liberazione di questi eroi.

Il mio messaggio agli altri prigionieri e’  di rimanere uniti e costituire un unico movimento dei prigionieri , cosi’ come e’ sempre stato e di unificare le decisioni e i fini comuni perche’ la loro stessa sofferenza e’ collettiva. Dovrebbero stare uniti e lavorare insieme per eliminare la separazione e segregazione della popolazione e ritornare all’azione unitaria delle fazioni palestinesi, concentrandosi fermamente sui risultati raggiunti. Devono lottare per riconquistare i successi precedentemente ottenuti e persi, perche’ gli stessi erano stati conquistati con il sangue e la sofferenza dei prigionieri e martiri dentro le prigioni. Le prigioni devono ritornare ad essere le vere scuole di rivoluzione di un tempo, dove i leaders laureati in esse, tornano poi nella nostra societa’ palestinese.

Riguardo ogni atto di solidarieta’ nei miei confronti, vi ringrazio e apprezzo quello che fate ma la vostra solidarieta’ non deve essere diretta solo a me. Sto sopportando questa lotta e sofferenza anche per voi e per tutti i palestinesi , ogni azione deve essere rivolta ad ottenere risultati per l’intero movimento dei prigionieri e io sono uno di loro.

Vostro fratello e figlio, leale nei vostri confronti e nei confronti del sangue versato dai martiri e feriti.

Samer Issawi