I premi della XVI edizione di Al Ard [doc] Film Festival

Quest’anno ben 6 premi sono stati assegnati. Tre di questi sono stati decidi dalla giuria, due dalla commissione dei membri dell’Associazione Amicizia Sardegna Palestina e, come ogni anno, un premio viene assegnato dal pubblico.

Quest’anno ben 6 premi in denaro sono stati assegnati. Tre di questi sono stati decisi dalla giuria, due dalla commissione dei membri dell’Associazione Amicizia Sardegna Palestina e, come ogni anno, un premio viene assegnato dal pubblico. Anche quest’anno l’organizzazione, insieme alla Fondazione Sardegna Film Commission, ha dato un riconoscimento alla carriera a un pezzo da novanta del cinema palestinese.

Il Premio alla carriera è stato assegnato quest’anno alla regista palestinese Mai Masri che, con grande impegno, ha “ricreato la Palestina tramite il cinema”, cercando di dare un senso allo sradicamento del popolo palestinese e contrastando la narrativa dominante. Il lavoro di Mai Masri crea connessioni tra memoria, immaginazione e identità riproducendo le realtà dell’esilio e dell’occupazione attraverso gli occhi delle persone di cui racconta. ​

Il Premio Echo of the camp è stato assegnato al film Without waves di Wisam Al Jafari, con la seguente motivazione:
Il film in soli 8 minuti rappresenta con originalità la vita all’interno dei campi profughi, e utilizza in maniera efficace suoni e immagini caratteristici della quotidianità nei campi, il tutto con una buona dose di ironia. 

Il Premio dell’Associazione Amicizia Sardegna Palestina va al film Mirrors of Diaspora del regista iracheno Kasim Abid per come ha saputo raccontare la storia recente dell’Iraq, specchiandola (e specchiandosi) nella storia di sette artisti iracheni in esilio e realizzando una sapiente e armonica composizione di vita politica e arte.

La giuria formata da Monica Maurer, Antonello Zanda, Ibrahim Nasrallah, Patrizia Manduchi, Wasim Dahmash, ha deciso di assegnare:


il Premio Al ARD per il Miglior Documentario al film You come from far away  (Voi venite da lontano) di Amal Ramsis, con la seguente motivazione:
Il film realizzato con grandi sforzi e grande perizia tecnica è una ricerca nel passato, è la storia dello scrittore palestinese Najati Sidqi e della sua partecipazione al movimento di liberazione dei popoli, prima della nakba, e la storia della diaspora della sua famiglia, è la storia di una Palestina che rifiuta  di essere “neutrale” di fronte alla’ingiustizia che colpisce altri popoli, che è interessata a quanto succede nel mondo, anche se continua a soffrire;

il Premio per il Miglior Documentario sulla Palestina è stato assegnato al film Five Minutes (Cinque minuti) di Ahmed Nasser Barghouthi, con la seguente motivazione:
Il film mostra in modo efficace, conciso ma pur coinvolgente, la tecnica seguita da Israele nella distruzione con il bombardaenro aereo di abitazioni civili palestinesi nella Striscia di Gaza. Tale distruzione, un crimine di guerra per le convenzioni internazionali, è pratica frequente. Il filmato mette a fuoco l’impatto devastante sugli abitanti, in maggioranza bambini, nonché sull’intera comunità; 


il Premio per Registi Emergenti è stato invece assegnato a  Razan. A track of a butterfly (Razan, traccia di una farfalla) di Hanan Alastal e Iyad Alastal, con la seguente motivazione:
Il film racconta in modo commovente e convincente il dolore della madre della giovana infermiera volntaria uccisa dai cecchini israeliani a Gaza durante la “Grande marcia del ritorno”.  I due registi affiancano la madre di Razan in varie situazioni la quale mostra la sua capacità di trasformare il dolore in volontà di proseguire sulla strada della figlia uccisa.

La Giuria ha, inoltre, deciso di assegnare una Menzione Speciale al film Farming under fire (Lavorare la terra sotto fuoco) di Matthew Cassel, con la seguente motivazione:
Il documentario mostra il lavoro di giovani laureati disoccupati che sotto il fuoco dei cecchini israeliani rischiano la vita per portare a casa pochi spiccioli, raccogliendo cipolle. La cinepresa riesce ad avvicinare questa particolare realtà rendendo partecipe lo spettatore.

Una Menzione Speciale è andata anche a Broken. A Palerstinian Journey through International Law (Broken. Un viaggio palestinese dentro la Legge Internazionale) di Mohammed Alatar con la seguente motivazione:
Il film documenta in modo accurato la costante violazione israeliana delle leggi internazionali, delle risoluzioni dell’ONU e dei verdetti della Corte Internazionale di Giustizia, esemplificata dal verdetto sul muro dell’apartheid. La documentazione attesta un lungo lavoro di ricerca che mette in evidenza anche le motivazioni dei giudici della Corte Internazionale.
Allo stesso film è andato anche il Premio del Pubblico.

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