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Quando muore un essere umano, finisce un tempo: il «suo» tempo. Quando una donna, Roberta Tatafiore, che è stata protagonista di un tempo collettivo – il femminismo – decide liberamente che il suo tempo è finito, è facile che si sentenzi che anche quel tempo collettivo, quella cultura – il femminismo – è suicida. Eccoci qui, il giorno dopo l’addio a Roberta Tatafiore, con Alessandra Bocchetti, figura grande del neofemminismo italiano – dei suoi tanti scritti ricordiamone qui almeno uno, quello magistrale e incandescente sulla guerra datato 1984 – a passare al setaccio un quarantennio di storia. Di storia «matria»: storia, cioè, e cronaca, e quotidianità delle donne italiane. Per capire cosa del femminismo – per esempio di quelle parole che oggi a molti e molte sembrano archeologia, come «autocoscienza» – sia vivo e cosa sia morto.

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