In un rapporto le cifre sulla competizione per la manodopera altamente qualificata.
Sono lo 0,7% dei paesi Ocse. Molti di più i nostri «cervelli» andati all’estero
Xenofoba non per razzismo ma per piÂgrizia, clientelismo, gelosia accademica e professionale. Risultato: su 20 milioni di laureati dei paesi Ocse che arricchiscoÂno i paesi nei quali si sono trasferiti, quelli che hanno scelto l’Italia sono lo 0,7%. Meno di quanti hanno scelto la TurÂchia. Un dato umiliante. Che emerge da un dettagliatissimo rapporto che animerà sabato a Pisa il convegno «Brain Drain and Brain Gain» (un gioco di parole sui cervelli in fuga e cervelli guadagnati) orÂganizzato alla Scuola Superiore «Sant’AnÂna » dalla fondazione Rodolfo DebenedetÂti con la partecipazione, tra gli altri, di Maria Stella Gelmini. Intitolato «La battaÂglia dei cervelli: come attrarre i talenti» e curato da ricercatori di vari paesi (HerÂbert Brucker della IAB, Simone Bertoli dell’Istituto Universitario Europeo, GioÂvanni Facchini della Statale di Milano), Anna Maria Mayda della Georgetown University e Giovanni Peri della califorÂniana University of Davis), il rapporto esamina «le conseguenze della competiÂzione internazionale per la manodopera altamente qualificata dal punto di vista dei paesi che ricevono i talenti». E i nuÂmeri, che sono sì del 2001 (ultimo censiÂmento disponibile) ma sono inediti perÂché elaborati in questi mesi, ci fanno arÂrossire.