I

di Mario Pirani

La polemica sui “respingimenti” delle barche cariche di emigranti disperati, la schiuma della terra, per dirla con Koestler, mi suscita sentimenti e richiami che esulano dai ragionamenti sulla necessità di bloccare l´emigrazione clandestina, sia dall´osservanza o meno da parte dell´Italia delle convenzioni sul diritto di asilo politico. Anche se non le faccio mie, ascolto le ragioni di Maroni, di Fassino, intuisco le preoccupazioni elettorali di Berlusconi che teme la sua erba venga mietuta da Bossi.

Ma nulla attenua la mia vergogna di italiano, il mio disagio dolente di cittadino. Essi nascono da un ricordo lontanissimo, di quando avevo poco più di dieci anni e mi scontrai con i “respingimenti” di allora. Tra la fine del 1938 e i primi mesi del ´39 le leggi razziali divennero pienamente operanti. Allora ledevano solo i diritti degli ebrei italiani o stranieri che si erano rifugiati da noi.

continua…