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È iniziato a Rangoon, a porte rigidamente serrate — esclusi dunque giornalisti, diplomatici stranieri e pubblico — il processo ad Aung San Suu Kyi, 63 anni, tredici dei quali (nell’arco di 19) passati agli arresti domiciliari. Arresti che, beffa estrema, dovevano concludersi alla fine della settimana prossima. L’icona della resistenza contro il regime dei generali birmani ne rischia ora altri cinque di carcere per avere accolto e rifocillato il mormone americano, John William Yettaw, che il 6 maggio aveva attraversato a nuoto un lago per raggiungerla nella sua abitazione.

continua…