MIGRANTI.MANTICA

Un progetto durato 5 anni per dare sistemazione dignitosa ai defunti italiani abbandonati nel cimitero civile del quartiere Hammangi di Tripoli. Il cimitero, che versava in uno stato di degrado dopo essere stato abbandonato dopo l’espulsione dei cittadini italiani dalla Libia, nel 1970, è stato risistemato e inaugurato alla presenza del sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica (ex Msi, ex An, ora Pdl). «La riqualificazione del cimitero – ha spiegato – era iniziata nell’ottobre 2004. Dopo l’accordo con la municipalità di Tripoli, l’area cimiteriale è stata ridotta da 8,86 ettari a 1,50 per un costo di 3.800 milioni di euro». I fondi sono serviti per la bonifica e risanamento dell’area da restituire alla municipalità, la ristrutturazione del vecchio edificio e le opere artistiche. Così, dopo il trasferimento di 6.500 salme, venerdì scorso è stato inaugurato. «Anche questa inaugurazione – ha concluso Mantica – rappresenta un gesto importante nel contesto delle relazioni italo-libiche».

MANTICA: BENE
I RESPINGIMENTI
«Un fatto di assoluta normalità che dimostra che gli accordi fra Italia e Libia sono stati rispettati e che si concretizzeranno nella seconda metà di maggio quando inizierà il pattugliamento congiunto delle coste». Così il sottosegretario Mantica ha commentato da Tripoli, inaugurando il cimitero italiano, il rimpatrio forzato in Libia di 277 migranti soccorsi in acque maltesi da motovedette italiane al largo di Lampedusa. Dopo l’ok di Tripoli, i migranti sono stati riportati in Libia da dove erano partiti, ma nessuno di loro è libico.