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Un’intervista con la fotografa di Tehran Shadi Ghadirian, per la prima volta in Italia con una personale negli spazi della Co2 Contemporary Art. «L’Iran è uno strano paese. Ogni giorno ci sono cambiamenti, sia in positivo che in negativo. Dipende da chi è al potere. Anche la situazione dell’arte, come quella dell’economia, si trasforma a seconda di questa realtà. Ora aspettiamo le elezioni»
Presente alla collettiva Unveiled: New art from the Middle East, alla Saatchi Gallery di Londra, con le sue serie più conosciute – Qajar (1998-1999) e Like Every Day (2000-2001) – ecco approdare Shadi Ghadirian (Tehran 1974, città dove vive e lavora), per la prima volta in Italia, negli spazi della romana Co2 Contemporary Art (fino al 30 giugno 2009). Significativo il titolo della personale curata da Silvia Cirelli: Ghost Gifts. Regali di tragedie passate, di declamate ostentazioni guerrafondaie che si infiltrano nel tessuto quotidiano, persino nell’intimità domestica.

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