OBAMA

Nel villaggio afghano di Balabolok colpito dai raid dell’aviazione Usa e Nato le persone s’aggirano come ombre. Hanno raccolto i corpi dilaniati, li hanno vegliati, hanno portato lo scempio alle autorità. Piangono nascondendosi, come i familiari della bimba, ammettono ora fonti americane, ferita «da fosforo bianco». In lacrime come il padre della ragazzina uccisa dai soldati italiani a un check point. Piangono piegati, nascondendo l’umanità del volto nell’invelamento dei vestiti. Dall’ammasso di cenci arriva un lamento tra rabbia e impotenza. La stessa di chi è sceso in piazza contro i raid e si è trovato di fronte le pallottole democratiche del regime che noi appoggiamo.
È quasi «nostro» il massacro di 147 civili nella provincia di Farah.
Visto che l’Italia collabora ora con quattro Tornado che indicano ogni giorno i target da colpire.

continua…