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Anche quest’anno una delegazione dell’Associazione Amicizia Sardegna Palestina si è recata in Palestina a portare una testimonianza di solidarietà concreta dalla Sardegna e a far visita ai ragazzi del nostro progetto di affidamento a distanza.
Ecco il primo report.

The peace will be with you
30 Luglio 2007, Palestina

Eccoci qua, anzi…eccomi qua, nuovamente in Palestina per il solito giro in visita alle famiglie dei bambini in affidamento a distanza.

A parte il caldo micidiale, in questo periodo pare che la situazione sia più tranquilla di quanto pensassi.

Se abbozzo a proposito della civil war mi guardano perplessi…Qui siamo nella zona di Betlemme, a Deheishe, e l’unico vero problema ancora una volta e come sempre e l’occupazione militare.

Mentre si continua a vivere al meglio possibile una vita normale.E tempo di matrimoni e fidanzamenti e la prima sera appena arrivata ho sentito sparare piu volte, erano gli spari per le feste in corso, con musica e canti.

Ma ieri sera le raffiche erano diverse, una breve incursione militare nel torrido pomeriggio mentre si cerca di ripararsi dal sole infuocato. Normale.

Gli amici che mi ospitano hanno un ragazzo in prigione da anni, per niente.Chiedo dell’attuale programma di rilascio dei prigionieri… inschallah! ma in generale non registro un grande ottimismo.

Sono arrivata da Amman, nella convinzione di passare il confine al ponte di Allenby sul Giorrdano ,senza troppi intoppi, ma ho trovato delle poliziotte isreliane (quasi tutte ragazze) molto sollecite, hanno interrogato a lungo anche i turisti, mentre i palestinesi facevano un altra fila da ore.(qualcuno mi diceva da sette otto ore…) con bambini in lacrime o addormentati in braccio a madri stanche e sudate..

L impressione immediata è che sia aumentata la miseria e la difficoltà di vivere, l impossibilita di muoversi, mentre la costruzione del muro dell’apartheid prosegue senza sosta, ormai racchiude tutta la zona intorno a Betlemme.

The peace will be with you, sta scritto nel cancello enorme in ferro che apre la porta per entrare a Betlemme….

Ho ritrovato le famiglie piu affrante e disperate, ma anche sempre determinate a restare.

Uno fra tutti: Karim e la sua famiglia che non ha lasciato la sua casa nonostante la costruzione del muro gli abbia portato via parte del cortile e la torretta di fronte sia più minacciosa che mai.

Continua ad accudire gli animali, a coltivare e lavorare gli ortaggi imperterrito e si inorgoglisce dei suoi numerosi figli.

Fra un the, una coca cola ( sic!) e altri succhi di frutta varia, ascolto piccole storie di vita quotidiana difficile,sotto occupazione.