Sbagliato

Londra, 13 Agosto 2007.

La decisione del governo britannico di non dialogare con Hamas ostacola il processo di pace in Medio Oriente, che al contrario va incoraggiato aprendo “un dialogo politico con gli elementi moderati” del movimento estremista. E’ quanto sostiene l’ultimo rapporto della Commissione Esteri del Parlamento britannico, secondo la quale non puo’ esistere un negoziato “a macchia di leopardo” che coinvolga solamente la Cisgiordania, unico territorio palestinese controllato da Fatah.

Per questo – hanno scritto nero su bianco i parlamentari del Regno Unito – la Gran Bretagna avrebbe dovuto cessare l’embargo contro il gruppo fondamentalista gia’ da febbraio, quando si arrivo’ a una formazione di governo di unita’ nazionale Hamas-Fatah.
Secondo il rapporto, un ruolo di primo piano per riallacciare i contatti con Hamas, che dal 15 giugno controlla la Striscia di Gaza, puo’ essere svolto dall’ex premier Tony Blair. Nella sua nuova veste di inviato del Quartetto (Usa, Russia, Ue e Onu), l’ex primo ministro britannico dovrebbe cercare di favorire la riconciliazione tra le forze palestinesi e riprendere la strada delle trattative per arrivare alla soluzione ‘Due popoli-due Stati’.

L’apertura a colloqui con Hamas e’ un argomento che fa discutere anche in Italia. Ieri, da Castiglione della Pescaia, il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha sostenuto che il movimento islamico “esiste ed e’ una realta’ molto complessa”, che la comunita’ internazionale deve “aiutare ad evolvere” per arrivare alla pace con gli israeliani. A meta’ luglio, erano state le frasi di Massimo D’Alema a porre la questione al centro del dibattito. Intervenendo alla festa dell’Unita’ di San Miniato, il ministro degli Esteri Massimo D’Alema defini’ Hamas e’ “un movimento popolare” che la comunita’ internazionale non ha interesse “a spingere nelle braccia di al Qaeda”.

Fonte: AGI