Gli integralisti islamici che da giorni stanno incendiando la Somalia, sono entrati ieri a Mahaday, ennesimo passo verso Mogadiscio dove rimangono asserragliate le truppe dell’attuale governo Federale di Transizione (Tfg), di indirizzo islamico moderato, guidato dal presidente Sheikh Sharif Ahmed. Ora i miliziani, tra le cui fila si annoverano gli Shabaab – presunto braccio armato di Al Qaeda in Somalia – e gli uomini di Izbul Islam – Partito Islamico il cui capo Sheikh Aweys può essere considerato il leader politico degli insorti – controllano tre dei quattro distretti del Medio Shebeli, a ridosso della capitale, molto importante non solo dal punto di vista strategico e militare, ma anche politico, essendo la città natale del presidente Ahmed, abitata da popolazioni del suo clan. Secondo diverse fonti, i guerriglieri islamici avrebbero recentemente ricevuto rinforzi, artiglieria e milizie straniere giunti su aerei partiti dalla vicina Eritrea, anche se il governo di Asmara smentisce. Complessivamente si calcola che in Somalia agiscano ormai oltre 5.000 miliziani islamici. I combattimenti, iniziati il 7 maggio scorso, hanno finora causato circa 200 morti ed oltre 500 feriti, quasi tutti civili, mentre già si contano circa 42.000 persone in fuga dalla capitale Mogadiscio.