Uno dei più importanti scrittori palestinesi: su Ghassan Kanafani il giudizio è unanime

di Daniele Barbieri

Uno dei più importanti scrittori palestinesi: su Ghassan Kanafani il giudizio è unanime. Il suo romanzo «Uomini sotto il sole» è conosciuto in mezzo mondo anche per le versioni teatrali. Ma in Italia Kanafani è pochissimo tradotto. Grazie dunque all’Associazione amicizia Sardegna-Palestina che pubblica «La terra degli aranci tristi» (96 pagine, 10 euri) con 8 racconti – scritti fra il 1956 e il ’62 – intensi per emozioni e scrittura. La traduzione è di Chiara Brancaccio, la bella prefazione di Wasim Dahmash. Il ricavato delle vendite andrà alla fondazione intitolata a Kanafani per creare asili e centri di riabilitazione nei campi profughi palestinesi e nelle zone più depresse del Libano.

Dopo i 12 anni Ghassan Kanafani non festeggiò il compleanno: era nato il 9 aprile 1936 ad Acri (allora occupata dagli inglesi) ma quel giorno, nel 1948, vi fu il massacro di Deir Yassin e da allora non volle più associare la sua nascita al lutto. Quando gli israeliani invasero le terre palestinesi, la sua famiglia fuggì in Libano e poi in Siria. Kanafani divenne scrittore, giornalista, poi portavoce del Fronte Popolare per la liberazione della Palestina. Fu ucciso a Beirut, l’8 luglio 1972, in un attentato rivendicato dal Mossad, i servizi segreti di Israele.

Umiliazione, impotenza, censura (e auto-censura) sulla verità, desideri di fuga contrapposti alla necessità etica di tornare nella patria perduta, «il fetore della sconfitta»: sono questi i sentimenti che attraversano i racconti, alcuni realistici e altri giocati in chiave surreale. C'è una madre che, dopo 20 anni, «ingoia le lacrime amare di una tragedia che ancora oggi abita nei suoi occhi». C'è il coraggioso Abdu Ali che sparisce nel nulla. Ci sono le visioni di un commissario quando ripensa al ragazzo «che è saltato dalla finestra durante l'interrogatorio». La metafora dell'esaurimento nervoso che tutti conoscono e nessuno sa spiegare. «La negazione – scrive Dahmash nella prefazione – di una vita normale per tanta gente».
Il primo racconto si intitola «Oltre il confine», l'ultimo «Niente». Quattro parole che possono essere lette di seguito. 
«La terra degli aranci tristi» sarà presentato l'8 luglio (per commemorare la sua morte) a Festival delle terre (www.croceviaterra.it) di Cagliari a Villa Muscas.
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