Abu Ahmad Fouad:
Rifiutiamo l’iniziativa egiziana e domandiamo ai paesi arabi una tutela per la nostra resistenza.
Il vicesegretario del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Abu Ahmad Fouad, ha rifiutato l’iniziativa egiziana di tregua sottolineando che, in sostanza, essa pone oppressore e oppresso sullo stesso livello facendo passare il Popolo palestinese e la sua coraggiosa resistenza come gli artefici dell’inizio dell’offensiva. Abu Ahmad ha affermato che la posizione del FPLP è ferma e chiara: non accetterà mai di stabilire una tregua finché l’occupazione persevera nello stare appollaiata sul nostro petto.
Abu Ahmad in un’intervista televisiva sul canale televisivo satellitare Al-Mayadeen ha aggiunto: “L’iniziativa egiziana comprendeva punti del tutto ambigui che avrebbero permesso all’occupazione di prendere il controllo del territorio come già sta facendo con quello aereo e marittimo”.
Ha sottolineato che non si può accettare nessuna iniziativa che divida il Popolo palestinese tra Cisgiordania e Striscia di Gaza, in quanto il nostro Popolo, la sua causa, il suo sangue e il suo destino sono un’unica cosa.
Abu Ahmad ha espresso la sua convinzione riguardo alla gestione dell’iniziativa che non sarebbe stata studiata in maniera propria e approfondita dalle parti che avrebbero dovuto gestirla e che, in caso Hamas e il Movimento del Jihad Islamico decidessero di accettare una tregua senza interpellare il resto delle fazioni, il FPLP è in contatto continuo con le diverse dirigenze palestinesi, principalmente quella di Hamas e del Jihad, per riuscire ad unificare le proprie posizioni. Quindi invita le varie fazioni a tenere riunioni tra di loro sia in Cisgiordania, Gaza, Libano e Siria per riuscire ad unificare le proprie posizioni e trattare questo argomento, riferendosi al fatto che Hamas e Jihad Islamico dichiareranno le proprie posizioni sulla tregua in coordinamento con il resto delle fazioni, in modo da servire gli interessi del nostro Popolo.
“In linea di principio abbiamo potuto constatare che un gran numero di fazioni rifiutano categoricamente questa iniziativa e questo rifiuto non nasce dal voler provocare il governo egiziano, ma mira ad arrivare a risultati che possano fermare lo spargimento di sangue palestinese, per dimostrare all’opinione pubblica mondiale che noi siamo un popolo occupato ed oppresso, e che ad opprimerci è l’occupazione”.
Fouad ha affermato di essere rimasto perplesso dalle dichiarazioni rilasciate da Abu Mazen in cui esprimeva il suo consenso all’iniziativa egiziana, e ha quindi chiesto: “Come può accettare questa iniziativa senza che le fazioni dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e le sue istituzioni ne fossero al corrente e senza che le dirigenze egiziane avessero mostrato alle fazioni questa iniziativa?”. Ha pertanto sottolineato che solo e soltanto le fazioni di resistenza palestinese sono legittimate a decidere in merito alla questione dell’iniziativa.
Riguardo ai punti minimi che può accettare il Fronte per quel che riguarda un’eventuale tregua, Abu Ahmad ha riaffermato che il nostro Popolo è vittima di un’aggressione continua e che il FPLP non trova che questo sia il tempo adatto per contrattare riguardo a qualche punto da accettare o da rifiutare; il nemico deve immediatamente arrestarsi e fermare i propri crimini nei confronti del nostro popolo e bisogna rivolgersi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per tornare ad imporre le risoluzioni internazionali sulle quali non si è possibile contrattare.
“Noi vogliamo proteggere il nostro Popolo secondo i termini da noi dettati e secondo i nostri interessi; non vogliamo una tutela internazionale che recluti un nuovo colonialismo il cui obiettivo è metterci sotto l’egemonia imperialista”.
Riferendosi ai dati che dimostrano che è l’occupazione che sta perdendo questa battaglia, Abu Ahmad ribadisce che la resistenza palestinese ha realizzato risultati significativi, se non addirittura vittoriosi, i magazzini degli armamenti delle fazioni di resistenza sono in ottimo stato e assicurano una lunga battaglia con l’entità sionista che sorpresa da nuovi sviluppi.
Afferma nuovamente che le dichiarazioni del nemico sionista riguardo ai suoi successi nel distruggere missili e depositi di armi della resistenza sono mere menzogne, piuttosto ha rassicurato il nostro popolo sul rifornimento di armi e le abilità militari delle fazioni della resistenza, che sono in ottimo stato; l’occupazione può distruggere, uccidere e commettere stragi, ma non potrà mai far finire la battaglia secondo i propri progetti, non riuscirà a distruggere la volontà del nostro popolo palestinese che, che si tratti di giovani o anziani, porta sulle proprie spalle le salme dei martiri richiedendo a gran voce la prosecuzione della resistenza fino alla vittoria e la liberazione. Questo è il popolo palestinese che continua ad accogliere la resistenza, senza l’approvazione popolare la resistenza non potrebbe continuare con questo coraggio e non avrebbe mai ottenuto questi eroici risultati.
Abu Ahmad Fouad ha inoltre deplorato l’assenza di appoggio dei paesi arabi alla resistenza palestinese e ai figli del nostro popolo nel suo fronteggiare le continue aggressioni sioniste.
Sulla situazione in Cisgiordania, Abu Ahmad Fouad ha riconosciuto che, eccezion fatta per l’iniziale ondata nelle città di Hebron e Gerusalemme ed alcune altre zone, vi è una relativa assenza di attività, ed uno dei motivi scatenanti, e a cui bisogna rimediare urgentemente, è l’assenza di una posizione unificata delle fazioni all’interno dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, una posizione che sostenga il nostro popolo nella sua Intifada e nella sua eroica lotta nella Striscia di Gaza; un altro motivo è da addurre agli organi di sicurezza dell’Autorità Nazionale Palestinese i quali hanno accettato il compito di fermare le sollevazioni del popolo a Jenin, Tulkarem, Qalqiliya, Nablus e le varie altre zone, città e villaggi sotto il controllo dell’ANP.
Abu Ahmad consiglia agli organi di sicurezza di non intralciare e di non porsi ad ostacolo verso chi si muove per raggiungere obiettivi e, allo stesso tempo, invita tutte le fazioni a riunirsi e a prendere una posizione chiara che inviti tutto il nostro popolo a dirigersi verso le basi dell’occupazione in Cisgiordania e sollevarsi contro di esse.
Riguardo all’intermediazione dell’Egitto per un accordo di tregua ritiene non sia corretto e disinteressato data la sua attuale crisi con Hamas: “Sento di poter dire con sincerità e chiarezza che non vogliamo un’intermediazione, né americana né turca; vogliamo che la nostra Patria [araba] sia al nostro fianco sia a livello ufficiale che popolare, vogliamo che l’Egitto rientri nel suo ruolo, l’Egitto che ha presenziato tutte le discussioni tra fazioni politiche palestinesi che cercavano di ripristinare la nostra unità. Riconosciamo e apprezziamo il ruolo dell’Egitto e per questo, se vi sono tensioni tra l’Egitto e una delle organizzazioni palestinesi, bisogna ricordare che in questo momento è il nostro popolo che viene massacrato, bisognerebbe ringraziare chi combatte il nemico e passare oltre queste divisioni, perché è chi combatte il nemico che difende il Popolo”.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina