La stessa mattina in cui era prevista la sua uscita dal carcere (13 giugno), Bilal Kayed prigioniero palestinese, che ha passato 14 aa e mezzo di reclusione nelle carceri israeliane, è stato improvvisamente condannato a sei mesi di detenzione amministrativa, cioè detenzione senza nè accusa né processo,.
Durante la sua detenzione Kayed, 34 aa, di Asira al-Shamaliya vicino a Nablus, è stato più volte posto in isolamento e gli sono state impedite le visite dei propri familiari. Durante la prigionia ha praticato numerosi scioperi della fame, tra cui, nel febbraio di quest’anno, quello per protestare contro il suo isolamento nella prigione di Ashkelon.
Prima di essere trasferito in isolamento in Ashkelon, Kayed, nella prigione israeliana di Megiddo, era stato il rappresentante dei prigionieri del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, il partito politico palestinese di sinistra. Nel settembre 2015 è stato tra le decine di prigionieri trasferiti da Megiddo. Questo rientra in una campagna di repressione che prevede trasferimenti, incursioni ed attacchi ai prigionieri.
Kayed aveva 19 aa quandop è entrato in prigione il 14 dicembre del 2001. In prigione ha studiato a lungo e tra i suoi compagni di prigionia è diventato un leader.
Sono 750 i prigionieri politici che insieme a Kayed si trovano in detenzione amministrativa senza né accusa né processo. Gli ordini di detenzione amministrativa sono emessi dal comandante militare degli occupanti israeliani in Cisgiordania. Durano da uno a sei mesi e sono rinnovabili a tempo indeterminato . Le prove che hanno determinato l’ordine di detenzione sono segrete.
La detenzione amministrativa di Bilal Kayed ha chiaramente lo scopo di non concedere la libertà ad un combattente palestinese, prigioniero nelle carceri israeliane da più di 14 anni, che fin dalla sua giovinezza si è distinto tra i suoi coetanei palestinesi per le sue capacità di leader. Questo dimostra ancora una volta l’uso della detenzione amministrativa come una pratica coloniale che utilizza il metodo di colpire le persone più rappresentative della collettività e della società palestinese. Isolare queste personalità significa costringere il popolo palestinese a fare a meno di queste importanti figure. Samidoun, la rete per la solidarietà con i prigionieri palestinesi, chiede l’immediato rilascio di Bilal Kayed e di tutti i compagni palestinesi prigionieri nelle carceri israeliane e sollecita tutti gli amici del popolo palestinese ad organizzarsi, a protestare ed ad agire per chiedere la sua libertà e la libertà dei 7.000 palestinesi dietro le sbarre. (fonte samidoun)