Cittadinanza? Solo se fedeli allo stato ebraico

Cittadinanza? Solo se fedeli allo stato ebraico
 
Cittadinanza israeliana condizionata al giuramento di fedelta’ ad “uno Stato ebraico e democratico”. Si tratta di un disegno di legge che il Primo Ministro israeliano Netanyahu ha approvato mercoledi sera, nel corso di una riunione di gabinetto: un “giuramento” controverso, gia’ quando il decreto era stato presentato alla fine dello scorso anno, che ha sollevato critiche da parte del partito laburista non informato- secondo la stampa israeliana – del fatto che il premier israeliano si sarebbe mosso verso questa ulteriore concessione alla destra nazionalista di Lieberman e al suo partito Yisrael Beitenu.Il disegno di legge modica la attuale legislazione in merito di cittadinaza e richiede ai non-ebrei che vogliono prendere la cittadinanza israeliana di giurare fedelta’ con la seguente formula “ Giuro di rispettare le regole dello Stato di Israele in quanto Sato ebraico e democratico”.

Il decreto legge andra’ al primo voto domenica prossima, poi passera’ al vaglio del comitato legislativo della Knesset per poi andare al voto finale del parlamento.

Lo scorso luglio, Netanyahu tento’ di calmare le tensioni e le controversie sul disegno di legge proponendo un’ alternativa definizione dello Stato di Israele come “lo Stato degli ebrei che garantisce piena uguaglianza a tutti i suoi cittadini”, ma la bozza approvata mercoledi invece riporta la versione originaria.

L’approvazione del disegno di legge da parte di Netanyahu spiana di fatto la strada verso il voto alla Knesset e rappresenta un ulteriore vittoria per Lieberman. Che ha fatto della campagna razzista anti-araba e dello slogan ripetuto “Niente lealta’, niente cittadinaza” il fulcro della sua corsa alle elezioni e verso il consenso popolare.

Un provvedimento che e’ studiato per “uomini e donne che sposano un cittadino israeliano e poi tentano di richiedere la cittadinanza o la residenza in base alla riunificazione familiare”, e che mira di fatto a impedire che cittadini palestinesi possano eventualmente richiedere la cittadinanza israeliana in seguito a matrimonio con arabi israeliani.

In Israele, i diritti umani come il diritto alla cittadinaza, diventano ancora una volta condizionati da questioni identitarie. Se come e’ probabile, il decreto legge diventera’ effettivo, il Ministro dell’Interno avra’ la piena facolta’ di non rilasciare documenti quali carte di identita’ e passaporti, a chi non si pieghera’ a fornire la dichiarazione di fedelta’. Un decreto che colpisce ulteriormente un milione e mezzo di arabi israeliani, il 21% circa della popolazione di Israele. Un decreto razzista e antidemocratico che mira a creare uno Stato a carattere esclusivamente ebraico. Mantenere cioe’ uno Stato rigidamente etnocentrico, in cui gli ebrei non saranno mai una minoranza.

Imponendo un giuramento di fedelta’ di tale natura, si richiede agli arabi palestinesi di aderire alla ideologia sionista. “Sarebbe come chiedere ai nuovi americani di giurare fedelta’ agli Stati Uniti in quanto stato di Anglossassoni bianchi protestanti” ha commentato alla fine dello scorso anno, Uri Avenry (fondatore del movimento pacifista israeliano Gush Shalom).

E si tratta di un decreto che vuole mettere a tacere anche le voci dissidenti dei parlamentari arabi eletti alla Knesset, ai quali verra’ chiesto lo stesso tipo di fedelta’.

Dura la condanna di Adalah, il centro in difesa dei diritti della minoranza araba, in quanto “obbliga i non ebrei ad identificarsi con il sionismo e il giudaismo”. E fa si che chi si rifiuta di giurare fedelta’, si metta nelle condizioni di poter essere espulso. Il comitato di monitoraggio arabo sta gia’ preparando un docunmento da hoc di risposta al disegno di legge, e ha intenzione di inviare una lettera al Quartetto chiedendo di condannare apertamente la legge. Haneen Zoabi (partito Balad), parlamentare araba della Knesset, che era anche sulla Freedom Flotilla lo scorso maggio, ha definito il decreto “fascista”, una legge che va di pari passo con altre leggi razziste e anti-democratiche approvate o in fase di discussione alla Knesset. Come il decreto ad esempio che ha tagliato i fondi pubblici a quelle istituzioni o associazioni che commemorano la Nakba palestinese, o come il cosiddetto NGO Transparency Law che mira a limitare il raggio di azione e a deligittimare la liberta’ delle ONG israeliane in difesa dei diritti umani.

Del resto, sul riconoscimento ufficiale dei palestinesi di Israele come “Stato ebraico”, Netanyahu ha fatto il cardine delle richieste presentate al tavolo delle trattative. Si tratta di una delle questioni centrali che i dirigenti israeliani, di tutti i colori ed orientamenti politici, hanno posto in questi ultimi anni e che sino ad oggi ha incontrato la netta opposizione dei palestinesi. Perche’ potrebbe aprire la strada a forti limitazioni dei diritti della minoranza palestinese in Israele se non addirittura alla sua espulsione.
(Fonte:NenaNews)