Dalla Beqa’ a Khiyam, tra ricordo e solidarietà.

Si è concluso sabato 26 agosto, dopo una settimana di attività, il campo giovani Ghassan Kanafani, ospitato nei locali della scuola Dar al Hanan nella valle Beqa’, Libano orientale.

Il campo, organizzato dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e dal Palestinian Youth Organization, ha visto la partecipazione di una ottantina tra giovani e giovanissimi palestinesi provenienti da tutto il Libano, che si sono dedicati alle più svariate attività, culturali, politiche e sportive.

La giornata di chiusura del campo è stato un momento di intensa partecipazione da parte dei ragazzi, che attraverso l’immancabile Dabka, danza tradizionale palestinese, il canto popolare e la recitazione di poesie hanno trasmesso la loro determinazione nel mantenere viva non soltanto la tradizione, quanto anche la consapevolezza che solo attraverso la cultura e il radicamento alle proprie origini, alla propria terra e alla propria storia, il popolo palestinese può continuare a sperare in un futuro di giustizia.

Il campo ha voluto rappresentare la risposta di una generazione che spesso si sente tacciata di aver perso le proprie radici, di non conoscere gli intellettuali il cui pensiero ha plasmato la lotta palestinese, almeno dagli anni ’60 a oggi; non a caso il campo porta il nome dello scrittore, intellettuale e militante Ghassan Kanafani. Una dimostrazione che la speranza delle e nelle nuove generazioni, in Palestina come in quelle della diaspora, deve essere incoraggiata e indirizzata.

Durante la giornata finale, inoltre, sono stati piantati due alberi di ulivo, uno dei tanti simboli della terra palestinese, dedicati rispettivamente alla memoria di Kanafani e di Ali Abu Mustafa.

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E proprio per ricordare la persona di Abu Ali Mustafa, segretario del FPLP assassinato 15 anni fa dalle forze sioniste, e per esprimere solidarietà ai prigionieri politici rinchiusi nelle carceri israeliane ancora in sciopero della fame,  dalla Beqa’ i ragazzi del Palestinian Youth Organization insieme ai membri del FPLP hanno deciso di recarsi domenica, 27 agosto, presso la, ormai distrutta, prigione al-Khiyam, nel sud del Libano.

La scelta non è stata casuale. La prigione di Khiyam, al confine con lo stato d’Israele, era divenuta un centro di detenzione sotto il controllo dello SLA, l’esercito del Sud del Libano costola delle forze armati israeliane durante la guerra civile libanese.

Dall’85 fino al 2000, anno del ritiro delle truppe israeliane dal Libano, il centro di detenzione fu la sede di torture e abusi ai danni di civili libanesi e palestinesi. Al momento del ritiro delle truppe israeliane, la popolazione fece irruzione nei locali del carcere e ne liberò i prigionieri; questi momenti sono testimoniati da foto visibili all’interno delle mura che ancora rimangono della struttura.

Da quel momento, il partito libanese Hezbollah ha deciso di mantenere la prigione come fosse un museo, a testimoniare i metodi di tortura israeliani.

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Nel 2006, anno dell’attacco israeliano nel sud del Libano, il centro di detenzione fu distrutto dai bombardamenti dell’aviazione israeliana che, volutamente, ha cercato di nascondere le proprie responsabilità e di cancellare gli evidenti segni di violazione dei diritti umani.

Oggi questo posto ha acquisito una valenza simbolica per chi, come il popolo palestinese, continua a lottare contro un’occupazione coloniale. Oltre a rappresentare il simbolo della libertà e della solidarietà è la testimonianza che la guerra che Israele porta avanti è anche una guerra ai simboli.

Un attacco che vuole minare la memoria di un popolo e di chi lotta con quel popolo; un attacco che mira a radere al suolo le tracce della storia.

Per questo è importante che le giovani generazioni continuino a portare avanti e tramandare la storia del proprio popolo e di una terra che ha il diritto e il dovere di essere raccontata; la storia di una lotta ancora lunga contro l’imperialismo sionista e il lassismo occidentale.

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Qualche informazione in più sulla prigione di Khiyam: https://www.hrw.org/news/1999/10/27/israel-responsible-abuses-khiam-prison

A.