Frank

Narratore, giornalista, viaggiatore, Frank Westerman è nato quarantacinque anni fa a Emmen, nella provincia olandese di Drenthe. Corrispondente free-lance per «De Volkskrant», nel 1993 Westerman ha lavorato come inviato a Belgrado e in seguito ha scritto corrispondenze da Mosca. Proprio dalla sua esperienza giornalistica, l’autore trae spunto per i propri libri, in bilico tra narrativa e reportage. È il caso di Ingegneri d’anime (Feltrinelli, 2006), che racconta dell’improvvisa irruzione di Stalin, il 26 ottobre del 1932, in un consesso di autorevoli scrittori convocati a Mosca da Maxim Gorky. E anche, a maggior ragione, di El Negro e io (Iperborea, traduzione di Claudia Cozzi, pp 288, euro 16), dove l’autore affronta temi legati al confronto con «l’altro» nell’immaginario coloniale. Abbiamo incontrato Westerman, che oggi alle 18 presenta il libro alla Libreria Feltrinelli di corso Buenos Aires a Milano, alla Fiera del Libro di Torino, alla quale è intervenuto nei giorni scorsi.

Il «Negro» che dà il titolo al suo ultimo lavoro – ultimo in ordine di traduzione, perché nel frattempo in Olanda è apparso Ararat – è un africano imbalsamato esposto in un piccolo museo di un altrettanto piccolo villaggio spagnolo. Eppure quel «pezzo da museo» è rivelatore di un’intera mentalità razziale.

continua…