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Il reportage. Il 12 giugno l’Iran alle urne per le presidenziali
Ahmadinejad cerca il secondo mandato. Lo sfida il riformista Moussavi

TEHERAN – La bomba, quella atomica, è sempre presente. Anche se non la nomini ci pensi. E questo vale anche per il tuo interlocutore, il quale si aspetta che a un certo punto la tirerai in ballo. E’ sottintesa. E’ un fantasma, una minaccia, un miraggio. Un’arma politica per chi la denuncia come per chi la nega ma lascia credere che sia possibile. Sotto il tendone di un ristorante, ai piedi del monte Alborz, i cui pendii innevati la sera mandano folate di vento gelido, dopo una giornata primaverile, un critico letterario e professore universitario mi dice: “Lei mi chiede se voglio l’arma nucleare? Certo che la voglio, perché dovrebbero averla Israele, il Pakistan, l’India e non noi, che abbiamo alle spalle millenni di civiltà? Ma non voglio che l’abbiano tra le mani quei matti che ci governano”.

continua…