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ENZO BETTIZA
I primi passi di Barack Obama sui campi minati della politica estera stanno suscitando una miscela di consensi, di perplessità e di delusioni. Il lato negativo, nell’ottica di tanti sostenitori e oggi censori del Presidente, sembra guadagnare terreno soprattutto nel delicato settore dei diritti civili, dove la politica estera americana stinge e si confonde con quella interna. Ora, al divieto di Obama di pubblicare le foto dei prigionieri iracheni torturati da militari statunitensi, si aggiunge la clamorosa notizia della sua intenzione di mantenere in piedi i tribunali speciali istituiti per giudicare i detenuti di Guantanamo. Obama dichiara che gli imputati potranno godere di alcuni diritti di difesa; però i suoi critici liberal già ritengono che si tratti di una foglia di fico garantista, destinata a coprire la vecchia linea punitiva dell’amministrazione Bush contro i militanti o supposti terroristi islamici.

continua…