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di Luisa Morgantini

Hanno lavorato per anni in aziende israeliane. Hanno pagato le tasse e il contributo assicurativo rispettando la legislazione locale in materia di lavoro, imposizione fiscale e assicurazioni. Ma poi in Israele, nelle fabbriche, nei cantieri o nei campi, hanno anche avuto degli incidenti sul lavoro riportando ferite invalidanti. Fino a dopo gli accordi di Oslo in Israele ogni mattina partivano da Gaza più di 80mila lavoratori, arrivavano al passaggio di Eretz alle quattro del mattino per riuscire ad essere in tempo al lavoro in Israele, rientravano dopo le 18, stanchi morti per ricominciare il mattino. Progressivamente in questi anni Israele ha chiuso la frontiera per i lavoratori di Gaza al loro posto vi sono in parte nuovi immigrati poveri ebrei ma sopratutto lavoratori asiatici o romeni.

continua…