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Del Boca: «L’Italia riconosce le colpe coloniali, la Libia apre il nostro sacrario. Ma la cacciata dei migranti dice che c’è più rispetto per i morti che per i vivi»

Ad Angelo Del Boca, lo storico del colonialismo italiano, abbiamo rivolto alcune domande sul significato dell’inaugurazione, venerdì scorso, del cimitero italiano nella capitale libica.
In questi giorni a Tripoli è stato inaugurato il cimitero italiano. Che cosa rappresenta questa iniziativa sulla memoria molto importante inaugurata dal nostro ministero degli esteri?
Il cimitero di Tripoli era stato abbandonato in questi ultimi anni. Tutto questo tra le lagnanze delle persone che avevano lì i loro caduti e soprattutto per il fatto che si trascurava una memoria legata in parte alle guerre ma anche alla nostra presenza civile. Quindi il fatto che sia stato rimesso in ordine, per iniziativa del comune di Tripoli, ha un grande significato. Vorremmo che questo avvenisse anche in altri paesi dove abbiamo i nostri cimiteri.

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