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L’Italia va avanti con i respingimenti degli immigrati ma le nuove leggi non piacciono alla chiesa. L’Osservatore romano e la Cei criticano il governo: «Il soccorso sarebbe un dovere». Fini dissente, ma dà il via libera all’esecutivo sul ddl sicurezza
La nuove leggi sull’immigrazione preoccupano la Chiesa che boccia con chiarezza e senza possibilità di appello sia la decisione di rispedire in Libia le carrette cariche di immigrati che quella di introdurre il nuovo reato di clandestinità, al punto da invitare il governo a ripensarci e a ritirarlo. Una presa di posizione, quella della gerarchie vaticane, che arriva a sole ventiquattro ore dalle critiche rivolte dall’Onu all’Italia sempre sugli stessi temi e rimaste finora ignorate dal governo. «la vita delle persone che disperatamente cercano di sottrarsi alla miseria o alla guerra viene per noi prima di ogni altra considerazione», ha detto ieri il ministro degli Interni Maroni, che però è sembrato soprattutto soddisfatto di aver respinto per la prima volta 238 immigrati. «La collaborazione con la Libia sta cominciando a dare i risultati sperati – ha detto infatti il ministro – e l’operazione condotta dal governo ieri (giovedì, ndr) conferma l’avvio di una nuova fase nel contrasto all’immigrazione illegale».

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