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FORESTA BURGOS – SARDINNYA

1 MAYU DE SU 2007

 

1° FESTHA INTERNATZIONALISTA DE SOS TRABALLADORES

 

“PRO SOS TRABALLADORES, PRO SOS POPULOS,

PRO TOTU SOS OPPRESSOS”

 

Il 1° Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, né tanto meno sociali, per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi di maggiore giustizia sociale, per migliorare la condizione di vita delle classi lavoratrici.

“Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire” è stata la prima parola d’ordine, coniata in Australia nel 1855, e condivisa da gran parte del movimento sindacale organizzato del primo Novecento. Si aprì così la strada a rivendicazioni generali di eguaglianza e giustizia sociale, di più equa ripartizione dei profitti, di migliori condizioni di vita e di lavoro, in una sola parola: si avviarono le lotte del movimento operaio in tutto il mondo. Emerse la necessità di individuare una giornata, il 1° Maggio appunto, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e indipendenza.

Il 20 luglio 1889 il Congresso costitutivo della Seconda internazionale, riunito a Parigi, decise che “una grande manifestazione sarebbe stata organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, i lavoratori avrebbero chiesto alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore”. La scelta cadde sul 1° Maggio per il valore simbolico che tale data aveva assunto in seguito a importanti momenti di lotta degli anni precedenti (1° Maggio 1867, a Chicago 10.000 lavoratori manifestarono a favore della riduzione a otto ore della giornata lavorativa; 1° Maggio 1886 in 12.000 fabbriche degli Stati Uniti 400.000 lavoratori scioperarono a favore dell’applicazione della giornata lavorativa di otto ore. In seguito agli scioperi e alle manifestazioni protrattesi nei giorni successivi una feroce ondata repressiva si abbatté sulle organizzazioni sindacali e politiche dei lavoratori, le cui sedi furono devastate e chiuse dalla polizia e i cui dirigenti furono arrestati. Alla fine si contarono numerosi morti e feriti negli scontri di piazza oltre ad alcune condanne a morte eseguite negli anni successivi).

Nell’agosto del 1891 il Congresso dell’Internazionale, riunito a Bruxelles, prese la decisione di rendere permanente la ricorrenza. Da allora in poi il 1° Maggio sarebbe stato “la festa dei lavoratori di tutti i paesi, nella quale i lavoratori avrebbero manifestato la comunanza delle loro rivendicazioni e della loro solidarietà”.

 

 

Ed è proprio questo spirito originario che noi, che abbiamo deciso di impegnarci nell’organizzazione di un nostro 1° Maggio, dei lavoratori, dei popoli, degli oppressi di tutto il mondo, vogliamo riprendere!

Quella che auspichiamo sia la prima di un lungo numero di edizioni di questa nostra festa sarà dedicata alla tragedia e alla resistenza del popolo palestinese. Nella lotta di questo popolo si condensano una straordinaria capacità di resistere ad un occupante militarmente dotato di strumenti di morte straordinariamente pervasivi e nefasti, e di farlo con tutti i mezzi necessari – a partire dalla semplice e pervicace volontà di voler continuare ad esistere e resistere di tutto il popolo – e una storica funzione di avanguardia del rifiuto dell’imperialismo in medio oriente. Un rifiuto contagioso e perciò temuto dai governi imperialisti, che proprio per questo parlano della questione palestinese come la “madre di tutti i conflitti”.

Il popolo palestinese subisce da decenni una occupazione che non accenna a mitigare la sua violenza e i suoi strumenti di separazione e sfruttamento: dalla colonizzazione, alle limitazioni della mobilità tramite il sistema dei check-point, alla creazione di bantustan e ghetti tramite il muro della vergogna in cui i governi israeliani vorrebbero rinchiudere uomini e donne per poi dirgli: “ecco il vostro stato”.

A questo si unisce un embargo infame praticato dalla totalità dei paesi autorpoclamatisi civili e democratici, che, a partire da un voto non gradito alle cancellerie occidentali e ai dirigenti sionisti – per quanto regolare e democratico -, nega perfino il diritto alla sopravvivenza delle donne e degli uomini di Palestina. A ciò si aggiunge, per quanto concerne lo stato italiano la beffa della politica dell’equivicinanza, che palesa il suo reale effetto di collateralismo con Israele nel chiamare terroristi gli aggrediti che resistono e nello stringere accordi di cooperazione militare  con chi occupa da decenni, fuori dal diritto internazionale, la Palestina. Con il popolo palestinese è dunque necessaria una solidarietà esplicita e non reticente, praticata nelle forme orizzontali della cooperazione e dell’incontro: la lotta dei palestinesi è la lotta di tutti i lavoratori.

E’ proprio da questa impostazione, che ha alla base la comunanza di obiettivi che deve unire tutti i lavoratori e la comune solidarietà che gli deve legare, che vogliamo ripartire, non per distinguerci dalla cosiddette “manifestazioni ufficiali” del 1° Maggio, ma per costruire un appuntamento radicalmente diverso, organizzato da lavoratori per i lavoratori, con al centro le tematiche più pressanti del mondo del lavoro; organizzato da chi si batte per il rispetto dei diritti dei popoli, mettendo in primo piano le vicende dei popoli a cui viene negato il legittimo diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza; organizzato da chi opera ogni giorno al fianco e per le fasce sociali più deboli, emarginate dal processo mondiale di globalizzazione che tutto frantuma e calpesta in nome del dio denaro: diritti e dignità delle persone e dei popoli; un appuntamento quindi completamente autorganizzato e autofinanziato.

 

L’appello che rivolgiamo a tutte le organizzazioni politiche e/o partitiche, a tutte le associazioni, i comitati e ai singoli individui che si riconoscono in questa breve piattaforma è quello di collaborare all’organizzazione e alla realizzazione di questo “nuovo” 1° Maggio, ognuno con le proprie proposte, le proprie idee, il proprio contributo.

 

Il 1° Maggio 2007 che si intende organizzare a Foresta Burgos è una giornata di incontri, di discussioni, e, se necessario, anche di confronto; una giornata aperta a chiunque vi voglia partecipare; una giornata di impegno politico, civile e sociale, ma anche di festa; un’intera giornata di musica, con le più diverse espressioni, da quella etnica a quella contrassegnata dall’impegno politico; una giornata di arte, di teatro, di poesia; in una sola parola: una giornata di festa e di socializzazione.

 

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