Ricordare o Celebrare. Lettera a Marino Sinibaldi

Gentile Marino Sinibaldi,

la sua iniziativa di dedicare molte ore della programmazione di radiotre al giorno della memoria sembra più un atto celebrativo che di denuncia politica verso chi ha eseguito atti e crimini contro l’umanità. Celebrare una ricorrenza è cosa che interessa il giornalismo superficiale e autoreferenziale. L’unica maniera per affrontare in modo giornalisticamente serio il problema è entrare nelle situazioni che hanno generato  quell’immane tragedia per fare delle analogie con quanto accade oggi.  Solo a questo può servire il ricordo.

Come sempre poi , per qualche Froidiano meccanismo,  si fa una narrazione che tende ad autoassolversi senza che si trovi mai il vero colpevole.

I veri colpevoli della Shoah siamo noi Europei, siamo noi Italiani, Tedeschi, ed in diversa misura via via tutti gli altri. Siamo quindi noi e solo noi che dobbiamo risolvere il problema.

C’è invece un popolo che non vive in Europa, che sta pagando le nostre colpe. E’ il popolo Palestinese. Popolo privato dei diritti fondamentali all’istruzione, alla salute, allo svolgere liberamente la propria professione,  popolo che viene deportato ed ammazzato, proprio come accadeva agli ebrei 70 aa fa.  Non voglio credere che lei, Marino, si sente in sintonia con quei sionisti che dicono che il paragone non è proponibile perché mancano le tradotte, le camere a gas ed i numeri dei morti non sono gli stessi.

Secondo Sikkuy, un’organizzazione Israeliana che monitorizza le disuguaglianze tra i cittadini palestinesi israeliani ed i cittadini ebrei israeliani, tutti i parametri che riguardano la scolarizzazione, la salute, l’accesso alle professioni, la mortalità infantile, il livello di povertà sono drammaticamente a sfavore dei palestinesi. Naturalmente non parliamo degli stessi indicatori applicati alla West Bank o a Gaza.

Noi Europei eravamo colpevoli 70 aa fa e siamo colpevoli adesso. Israele è il nostro principale partner commerciale, forniamo  tecnologia militare che è utilizzata per generare morte e distruzione.

Si naturalmente lo so che verrò tacciato di antisemitismo. Dove gli argomenti non reggono arriva la menzogna. E d’altra parte in un paese dove l’ex presidente della repubblica asseriva con disarmante superficialità che essere antisionisti equivale ad essere antisemiti, non può essere altrimenti.

Io però Marino, so che lei non lo crede. Lei non crede che io sia antisemita. Eppure … Eppure come gran parte del giornalismo Italiano ed  Europeo è difficile che prenda posizione contro una potenza economica , militare e mediatica come Israele. La paura di essere tacciati di antisemitismo è troppo forte.

Non conosco altri modi per onorare il giorno della memoria. Salvo accontentarsi di  una vuota celebrazione.

La saluto, Gianni Lixi (associazione Amicizia Sardegna Palestina)