Una moschea in città, i musulmani: «Basta con le attese»

Fonte: L’Unione Sarda
19 Ottobre 2010

il caso Botta e risposta col sindaco

L’atteggiamento è di chi si è stancato di aspettare: «Il sindaco di Cagliari dice che nei paesi di religione musulmana non si possono costruire le chiese. Ecco: questo è un discorso che nasconde malafede o totale ignoranza». Fawzi Ismail, presidente dell’associazione “Amicizia Sardegna Palestina”, mette da parte la diplomazia. Lo fa per chiedere – dopo il primo appello fatto alla fine del Ramadan dall’imam di Cagliari Triki Mehhrez – una moschea dove poter ospitare i 3000 musulmani che abitano a Cagliari e nell’hinterland. Il convegno della scorsa settimana – nella sala Cosseddu della Casa dello studente – è servito anche per denunciare «molti commenti spiacevoli pubblicati sui blog e su alcuni siti internet, da cui emerge una ottusità molto pericolosa».
IL SINDACO La replica del primo cittadino Emilio Floris non si fa attendere: «Malafede e ignoranza è di chi dice queste cose. Io difendo reciprocità e tolleranza». Anzi, Floris rilancia: «Loro sono collegati con le autorità di origine e possono far molto. Questa è civiltà. Insisto: la malafede è di chi mi attacca e interrompe ogni discussione». Per ottenere la moschea, aggiunge il sindaco, servono passi formali. «Significa preparare un documento scritto per chiedere la moschea, ma nello stesso documento devono proporre alle autorità del loro paese maggior tolleranza nei confronti della nostra religione».
L’ESPERTA Patrizia Manduchi, docente di storia dei paesi islamici a Scienze politiche, dice che la moschea «può essere la prima di una serie di giuste rivendicazioni. Le altre? Spazi cimiteriali dedicati ai musulmani, assistenza dell’imam in carcere, rispetto delle prescrizioni alimentari nelle scuole». Per il resto, la docente fa notare che «Cagliari è in ritardo. Dobbiamo renderci conto del fatto che le migrazioni sono una realtà, l’Islam è la seconda religione in Italia e anche in Sardegna. Molti, sbagliando, accostano la presenza dei musulmani a una minaccia terroristica. Invece l’Islam, in particolare quello sardo, è laico e apolitico, moderato anche se tradizionalista». Il concordato? «Non è più adatto, viene attribuito troppo vantaggio alla religione cattolica».
I MUSULMANI Suleiman, rappresentante della moschea di via del Collegio, ripercorre le tappe che hanno portato alla richiesta dell’Imam: «Quando è nata la moschea della Marina, nel 1995, poteva ospitare 80 persone. Ora siamo riusciti a raddoppiare la capienza. Ma non basta: il venerdì vengono a pregare in 300. Chi non riesce a trovar posto dentro è costretto a inginocchiarsi in strada». Negli anni, per questo, la comunità musulmana ha ricevuto lamentele da parte dei dirigenti della scuola primaria di via del Collegio e da una parte del quartiere della Marina. «A noi questo dà fastidio. Ecco perché ci serve più spazio, dove insegnare ai nostri bambini e anche agli italiani la storia della nostra religione».
19/10/2010