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Il «burden sharing» è lo strumento, previsto dalla convenzione di Ginevra, che permetterebbe all’Italia di dividere i richiedenti asilo con il resto dell’Ue. Ma il governo vuole l’esternalizzazione
Ogni volta che il tema del diritto d’asilo diventa caldo, le soluzioni proposte dagli Stati europei vanno solo in due direzioni: chiedere più soldi ala Commissione e invocare l’esternalizzazione dell’esame delle domande. Che la selezione dei rifugiati sia fatta nei paesi terzi, come la Libia. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha addirittura proposto di esaminare le richieste di protezione direttamente sulle navi che salvano i profughi in alto mare. Ma, singolarmente, nessuno pensa di proporre l’utilizzo del «burden sharing». Letteralmente «suddivisione del fardello», il burden sharing è uno strumento espressamente previsto dalla convenzione di Ginevra sul diritto d’asilo ma che non ha mai trovato una chiara definizione giuridica.

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