Oblio dell’89.ilmanifesto

Rada Ivekovic: «Il crollo è stato anche ad ovest. Ma sono cambiate solo le forme dell’egemonia e del dominio. Europa colpevole»
Dove si trovava quando ha saputo del crollo del Muro di Berlino e come ricorda quel momento?
Ero a Zagabria. Ricordo una grande speranza, un’apertura per la fine della divisione dell’Europa. Un momento di responsabilità, una chiamata personale. Ancora non sapevo che sarebbe finita anche la Jugoslavia. Poco prima era morta mia madre, ed era morto lo scrittore Danilo Kis, importante per la mia generazione. Non avevo previsto la violenza che sarebbe venuta. Pensavo alla democratizzazione di alcuni Paesi dell’Europa dell’Est, che si sarebbero trasformati per assomigliare un po’ di più alla Jugoslavia. E anche se il modello jugoslavo non era riuscito, noi eravamo ancora concentrati sulla differenza tra teoria, non sbagliata, e prassi non sufficientemente buona. Poi abbiamo capito che non era crollato solo il sistema chiuso del socialismo, ma che il Muro era caduto da entrambe le parti, nostante si celebrasse il trionfo del modello capitalistico occidentale. Noi che eravamo nei Balcani ci siamo resi conto ben presto che il Muro era caduto da tutte e due le parti.

continua…