FILM PREMIATI AL IX FESTIVAL “AL ARD” DEL CINEMA PALESTINESE E ARABO
Si è conclusa a Cagliari, il 19 febbraio, la IX edizione del Al Ard Doc Film Festival, festival internazionale del cinema documentario palestinese e arabo.
Per la prima volta l’Associazione Amicizia Sardegna Palestina ha deciso di trasformare la consueta rassegna in un festival, con quattro premi e una menzione speciale. Nel corso dei cinque giorni, per la proiezione dei 32 film dedicati alla Palestina e a tutto il mondo arabo (26 in concorso e 6 fuori concorso), c’è stata un’ampia partecipazione di pubblico.
La giuria, composta dal critico cinematografico Antonello Zanda, dall’antropologo visuale Felice Tiragallo, dalla cineasta Monica Maurer, dal poeta palestinese Ibrahim Nasrallah e dal direttore artistico del festival Giuseppe Pusceddu, ha valutato la buona qualità complessiva di tutte le opere cinematografiche che hanno partecipato al festival.
Il premio per il miglior documentario è andato a Gaza Hospital del regista italiano Marco Pasquini. Il Gaza Hospital di Beirut, secondo ospedale più importante del Libano per la sua particolare struttura architettonica, è soggetto e testimone della drammatica storia di Sabra e Chatila, e diviene metafora della storia dei rifugiati palestinesi. Il Premio Al-ard, per il miglior documentario palestinese, va al film di Samir Abdallah e Kheridine Mabrouk Gaza…Strophe, di produzione franco-palestinese, che riporta le testimonianze della popolazione civile colpita dalla operazione israeliana “Piombo fuso”. Il premio per il miglior regista emergente è andato ex-aequo a due film: This is my land… Hebron, film italiano di Giulia Amati e Stephen Natanson, che racconta la condizione della città di Hebron dove 600 coloni hanno occupato il centro della città rendendo la vita impossibile ai 160.000 abitanti palestinesi; A new day has com, di Emiliano Sacchetti, che racconta uno degli aspetti meno conosciuti della storia dei profughi palestinesi: la cacciata dei palestinesi da Baghdad da parte delle milizie sciite all’indomani della caduta di Saddam Hussein. Il premio del pubblico è andato al già premiato This is my land… Hebron.
La menzione speciale della giuria è andata al film Inshallah Beijing! di Francesco Cannito e Luca Cusani, che descrive le difficoltà e le speranze della piccola delegazione palestinese alle olimpiadi di Pechino del 2008.
Menzione speciale
Inshallah Beijing di Francesco Cannito e Luca Cusani è riuscito a presentare una proposta diversa trasformando un documentario in un film drammatico, presentando personaggi particolari in una realtà palestinese difficile. La squadra palestinese che partecipa alle olimpiadi doveva gareggiare senza avere nessuna possibilità logistica, senza palestre, strumenti, senza nulla in confronto alle altre squadre partecipanti. I membri della squadra insistono a voler sognare e si incamminano verso il sogno nonostante siano consapevoli della distanza che li separa dal sogno.
Premio del pubblico
Il premio del pubblico è andato a This is my land… Hebron, film italiano di Giulia Amati e Stephen Natanson, che racconta la condizione della città di Hebron dove 600 coloni hanno occupato il centro della città rendendo la vita impossibile ai 160.000 abitanti palestinesi;
Premio sezione registi emergenti
Ex aequo a:
This is my Land… Hebron di Giulia Amati
A New Day Has Com di Emiliano Sacchetti
A This is my Land… Hebron di Giulia Amati e Stephen Natanson per la capacità di rendere palpabile il muro di odio e di razzismo che circonda gli abitanti palestinesi di Hebron. Mostrando in modo diretto e coinvolgente il fluire quotidiano delle prevaricazioni da parte dei coloni, il fanatismo delle loro parole, l’acquiescenza dei militari e i turbamenti della società israeliana, il film colloca la tragedia di Hebron al centro della questione dei territori occupati, in cui emerge la volontà di resistenza della popolazione palestinese della città.
A A New Day Has Com di Emiliano Sacchetti per essere riuscito a descrivere la vicenda del campo profughi di Al Tanf, tra Siria e Iraq, e a raccontare con grande naturalezza e con forza problematica il destino di un popolo a cui è negata l’esistenza. La nitida fotografia e la testimonianza dei protagonisti colpiscono il cuore dello spettatore, comunicando un forte senso di partecipazione e di coinvolgimento.
Premio Al Ard (Miglior documentario sulla Palestina)
Gaza… Strophe di Samir Abdallah e Kheridine Mabrouk
A Gaza… Strophe di Samir Abdallah e Kheridine Mabrouk perché denuncia i crimini della guerra catastrofrica a Gaza, l’”Operazione piombo fuso” dell’inverno 2008/2009, con un linguaggio cinematografico poetico, dando voce alla resistenza di un popolo che non vuole abbandonare le proprie radici.
Premio miglior documentario
Gaza hospital di Marco Pasquini
A Gaza hospital di Marco Pasquini per aver saputo raccontare con un solido linguaggio cinematografico la storia dei profughi palestinesi a Beirut e la tragedia di Sabra e Chatila, sottolineando nella metafora architettonica di un ospedale la drammatica vicenda di un intero popolo: i muri, i gesti della quotidianità, le strade, diventano testimoni di una memoria collettiva che il cinema tiene viva e fa rivivere sullo schermo con forte emozione.
Associazione Amicizia Sardegna Palestina
Via Montesanto 28, Cagliari
Per Info: Fawzi Ismail: 3386166944