Israele

Il parlamento europeo ha sospeso il voto sul potenziamento delle relazioni con Israele. Di seguito le dichiarazioni di Luisa Morgantini e Vittorio Agnoletto, europarlamentari del PRC-SE.

Il Parlamento Europeo rinvia il voto sulla proposta di Commissione e Consiglio per l’avvio del protocollo di cooperazione tra Israele e UE e sui principi generali della partecipazione di Israele nei programmi comunitari, che avrebbe dovuto tenersi domani a Bruxelles.

Un voto che avrebbe rappresentato un passo importante nel processo del potenziamento dei rapporti tra UE e Israele, come richiesto anche dal ministro degli esteri israeliano, Tzipi Livni nel corso della sua audizione alla Commissione Esteri del PE, nel quadro del Protocollo per l’Accordo di Associazione tra Ue e Israele.

Ma il Parlamento si è espresso in modo diverso: 194 Deputati contro 173 hanno chiesto di posporre il voto ad una data ancora da definire su richiesta del gruppo GUE/NGL e dei Verdi con l’accordo di  Socialisti, parte dei Liberali e qualche popolare.

“E’ tempo che il governo israeliano non si consideri al di sopra della legalità ed inizi a rispettarla, a cominciare dal blocco degli insediamenti e dalla fine dell’assedio a Gaza.  Fino a quando questi segnali non verranno dati dal governo israeliano il Parlamento Europeo non è disposto a votare” ha dichiarato Luisa Morgantini, Vice presidente del Parlamento Europeo.

“Si tratta di un messaggio politico importante che non vuole essere un segnale contro Israele, ma vuole fare assumere la responsabilità ai dirigenti Israeliani affinché i negoziati tra palestinesi ed israeliani siano efficaci e possano davvero vedere una soluzione pacifica nella sicurezza dei due popoli.

Un segnale che rappresenta anche un monito al Consiglio dei Ministri UE ed alla Commissione Europea affinché pressioni siano fatte su Israele per  fermare i coloni e la colonizzazione dei territori occupati del ’67.

Ma questo voto è anche un segnale di speranza per i Palestinesi, affinché sappiano che il Parlamento Europeo, non è sordo alle sofferenze della popolazione di Gaza e della West Bank e che intende non solo deplorare ma fare atti concreti affinché la legalità internazionale e il rispetto dei diritti umani  vengano rispettati da tutti.

E’ anche una risposta alla richiesta del Primo Ministro Salam Fayyad, che aveva lanciato un appello all’Unione Europea per non potenziare i rapporti con Israele visto che dopo Annapolis  non vi sono stati miglioramenti, né la fine dei blocchi né il congelamento delle colonie; e anche una risposta alla società civile palestinese e alle Ong che hanno inviato lettere ai Parlamentari Europei.

Infine questo voto è un fatto positivo anche per noi europei, che dimostriamo a noi stessi e al mondo che il rispetto dei diritti umani e la ricerca della giustizia non sono solo astratte dichiarazioni di principio” ha concluso Luisa Morgantini.

Bruxelles, 3 dicembre 2008
Luisa Morgantini,


Il Parlamento europeo dice no alla partecipazione di Israele ai programmi comunitari: prima il rispetto dei diritti dei palestinesi

Buone notizie da Bruxelles. Domattina l’Europarlamento avrebbe dovuto esprimersi a proposito di una proposta di Commissione e Consiglio per avviare un protocollo di cooperazione tra Israele e Ue che avrebbe dato a Tel Aviv la possibilità di accedere ai programmi comunitari.

Ebbene, il gruppo della Sinistra europea, con l’appoggio dei verdi e dei socialisti, è riuscito oggi, in apertura della sessione plenaria, a far rinviare il voto a data da destinarsi, finchè Israele non rispetterà i diritti del popolo palestinese!

Si tratta, come comprenderete, di una grande vittoria: detto in altre parole, fino a quando Israele non realizzerà i cambiamenti richiesti dalla comunità internazionale in merito al rispetto dei diritti umani della popolazione palestinese, non potrà accedere ai programmi comunitari. Il protocollo – il cui voto siamo riusciti, oggi, a rimandare – avrebbe previsto infatti un accesso illimitato ai programmi di ricerche scientifiche, accademiche e tecniche e avrebbe offerto a Israele uno status particolare.

Riuscire a vincolare queste condizioni di partnership privilegiata al rispetto dei diritti è un risultato importante: l’Europa non può aprire le porte dei propri programmi a uno Stato che da anni calpesta la dignità di un popolo. Non si tratta di un ‘no’ aprioristico ed ideologico a Israele: quando accoglierà le richieste degli organismi sovranazionali in materia di rapporti con i palestinesi, saremo pronti a stipulare protocolli di collaborazione con questo Stato.

Vittorio Agnoletto