Pace

Volantino distribuito alla marcia della pace “Gesturi – Laconi” del 2006.
PACE E GIUSTIZIA IN PALESTINA

Nonostante i mass media non ne parlino in Palestina si muore.
Nonostante i mass media lo nascondano in Libano si salta in aria sulle mine e le Cluster bombs israeliane e la missione internazionale si rivela sempre più come fattore di stabilizzazione dell’occupazione israeliana – che prosegue anche in Libano, nella fattorie di Sheba – e di destabilizzazione della società Libanese.
In questo quadro la sinistra italiana rischia di rimanere invischiata nella politica dell’equivicinanza che, come l’equidistanza di molti compagni, rischia di rivelarsi come molto vicina – e utile – agli aggressori (Israele) e molto lontana e dannosa per gli aggrediti – il popolo palestinese e libanese.
Un grande padre della chiesa affermava che stare neutrali tra aggressore ed aggredito equivale a schierarsi con l’aggressore.
Lavorare per la pace significa dunque lavorare per la giustizia, e cioè non avere dubbi su chi, in Palestina come in Iraq, in Libano come in Afghanistan sia l’aggredito e su chi sia l’aggressore.
Anche noi oggi cammineremo tra Gesturi e Laconi per la pace, avendo in mente il compagno Frammartino.
Con lui penseremo anche alle migliaia di morti civili, donne e bambini in special modo, che subiscono la violenza brutale e terrorista dello stato israeliano. Con lui avremo in mente anche le centinaia di compagni palestinesi che hanno dato la vita per difendere la speranza di pace e di giustizia in Palestina e in tutto il medio oriente.

No all’occupazione israeliana
No al muro dell’aparthaid
Per la revoca dell’accordo di cooperazione militare Italia – Israele
Sì alla resistenza popolare per una pace nella giustizia