Partnership Italia-Israele nel nome delle armi

Il nostro paese, più che un esportatore di armamenti è un cliente preferenziale di Israele: negli ultimi due anni le importazioni di tecnologie militari hanno superato il valore complessivo di 50,7 milioni di euro. Tra le principali acquirenti l’industria Simmel che si rifornisce in Israele di componenti per bombe e la Beretta (componenti per armi automatiche, pistole e mitragliatori). Ci sono poi le acquisizioni di materiale bellico realizzate con fondi non provenienti dal ministero della difesa, come avvenuto ad esempio con una decina di radar fissi e mobili  EL/M-2226 ACSR (Advanced Coastal Surveillance Radar) realizzati da Elta Systems, società controllata dalla Israel Aerospace Industries Ltd. (IAI). I radar entreranno a far parte della nuova Rete di sensori di profondità per la sorveglianza costiera che la Guardia di finanza sta implementando per contrastare gli sbarchi dei migranti. Acquistati grazie alle risorse del “Fondo europeo per le frontiere esterne”, programma quadro 2007-08 contro i flussi migratori, le apparecchiature hanno una portata di oltre 50 chilometri e sono appositamente progettate per individuare imbarcazioni veloci di piccole dimensioni. Gli EL/M-2226 fanno parte della famiglia di trasmettitori Linear Frequency Modulated Continuous Wave (LFMCW) in X-band (dagli 8 ai 12.5 GHz di frequenza)”, che operano emettendo microonde estremamente pericolose per l’uomo, la fauna e la flora. Per la loro installazione saranno sacrificate alcune aree protette e riserve naturali di Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.

(tratto da “Dazebao news”)