Vittoria

L’Italia ha deciso di svolgere il ruolo di battistrada della guerra all’immigrazione clandestina. È un compito scomodo, perché viene affidato a leggi che riflettono una visione del fenomeno agli antipodi rispetto al passato; rompe una cultura dell’inclusione mai messa in discussione fino a che i flussi hanno assunto una fisionomia tale da destare allarme; ed è accompagnato dal silenzio assordante e colpevole dell’Europa.

Ma l’approvazione del provvedimento che trasforma in reato l’ingresso irregolare nel nostro Paese costituisce un’incognita anche perché non si capisce se risolverà i problemi. Di certo si tratta di uno spartiacque, sul piano dei valori prima che su quello della politica sottolineato dalle riserve delle organizzazioni cattoliche. Rimane da chiedersi se il giro di vite sia stato deciso dal centrodestra assecondando gli umori profondi del Paese; o magari esasperandoli.

continua…