La solidarietà con la Palestina parte da Beirut

20151208_104025Tra il 9 e l’11 dicembre, Beirut ha ospitato la Terza Conferenza Internazionale di Solidarietà con la Palestina.

L’evento viene organizzato annualmente dalla Global Campaign to Return to Palestine, un’unione aperta a tutte le istituzioni e organizzazioni che si occupano della causa palestinese, a prescindere dall’orientamento ideologico.

La campagna si propone di mettere la Palestina al centro delle sue priorità, cercando di attrarre il meglio del lavoro svolto dalle organizzazioni di tutto il mondo. Lo scopo è quello di sviluppare una coscienza comune tramite un aumento della copertura mediatica riguardante la causa, incoraggiare il supporto popolare e sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale in solidarietà con la Palestina.

Dopo la sessione iniziale di introduzione e presentazione, i partecipanti sono stati divisi in tre commissioni specializzate rispettivamente in Media (Media Committee), Diritti (Rights Committee) e Commissione per le Attività Popolari (Popular Activities Committee), alla quale ha partecipato l’Associazione Amicizia Sardegna Palestina e il BDS Sardegna, condividendo con gli altri membri la sua esperienza sul territorio, in particolare per quanto riguarda le attività a sostegno della campagna BDS all’interno delle università e contro le basi militari.

La nostra delegazione ha sottolineato l’importanza delle attività di carattere divulgativo culturale e aggregativo come base per un’azione comune efficace che parta dal basso, quindi dalle scuole, dai circoli e dalle università, ma che abbia al tempo stesso tutti i presupposti di un lavoro continuo e duraturo.

Inoltre, è stato messo l’accento sul fatto che le azioni portate avanti al di fuori della Palestina, debbano realmente rispondere alle esigenze e alle richieste dei palestinesi impegnati in prima linea nella lotta alle pratiche sioniste.

Durante i tre giorni di conferenza sono emerse diverse parole chiave che hanno contribuito ad accorciare le distanze tra le varie anime dell’assemblea. Si è partiti, infatti, dall’esigenza di adottare una strategia comune alla lotta contro il sionismo, inteso come fenomeno globale, presente non solo in Palestina e con una grande capacità di influenzare politiche e atteggiamenti anche nel cosiddetto occidente.

Bisognerebbe altresì cercare di individuare e agire su quelle che sono le debolezze del sistema sionista e combattere la marginalizzazione della questione palestinese nei media e nei testi divulgativi, attraverso la narrazione storica e un racconto alternativo e veritiero dei fatti attuali.

Molto sentita è stata anche la necessità di ostacolare la normalizzazione di Israele e delle politiche israeliane attraverso la promozione della campagna BDS.

La maggior parte dei presenti si è trovata concorde, infine, nel considerare la lotta contro le politiche sioniste come il paradigma delle lotte contro un sistema capitalista e imperialista finalizzato alla colonizzazione, allo sfruttamento e all’espulsione definitiva dei palestinesi dalla Palestina.

A conclusione dei lavori è stato stilato un programma di durata annuale che propone una serie di linee guida sulle quali le varie organizzazioni dovrebbero organizzarsi per portare avanti un discorso e una strategia comuni di supporto alla Palestina e all’intifada attualmente in corso.

L’estrema diversità dei contesti operativi ha svelato una moltitudine di modi operandi che è emersa nel documento finale stilato, in cui, dei quattro punti che la Commissione intende portare avanti nei prossimi mesi, uno solo presuppone una strategia di tipo divulgativo e aggregativo concreto: ovvero quello di organizzare eventi globali basati sulla commemorazione di date particolarmente rilevanti per i palestinesi (uno fra tutti, la giornata del 15 maggio in cui si celebra la Nakba, o catastrofe, palestinese); mentre le altre tre proposte presentano maggiormente un carattere umanitario, come ad esempio il sostegno economico alle famiglie dei martiri, borse di studio agli studenti in West Bank, Gaza e Campi Profughi e un progetto di sviluppo in campo agricolo finalizzato a piantare ulivi per difendere il possesso della terra dalla continua confisca di Israele¹

L’esperienza a Beirut ha sicuramente rappresentato una sfida e un’opportunità per l’Associazione Amicizia Sardegna Palestina. Una sfida, perché la nostra dimensione isolana ci porta sempre a essere titubanti e insicuri rispetto ad altre realtà, in questo caso di livello globale; un’opportunità perché, superato tale dimensione, sono emersi azioni e risultati concreti che proprio l’essere un’isola ci ha permesso di ottenere.

La sfida, quindi, l’abbiamo accolta e siamo pronti ad accoglierla anche per l’anno prossimo, qualora ci venga ridata l’occasione.

Associazione Amicizia Sardegna Palestina

BDS Sardegna

 

¹ La confisca viene attuata tramite l’interpretazione sionista di una legge ottomana del 1858, per cui la terra non usata per scopi agricoli o di allevamento, per diversi anni consecutivi, diventa “terra statale”.