Da Avvenire, 3 Luglio 2007, p.5.
Gerusalemme: Mordechai Vanunu, l’ex tecnico nucleare che nel 1986 raccontò in dettaglio al “Sunday Times” tutti i segreti della centrale nucleare israeliana di Dimona, torna in carcere. Il giudice del tribunale di pace di Gerusalemme, Yoel Tzur, ha comminato a Vanunu (che per le sue rivelazioni ha già scontato 18 anni di detenzione) sei mesi di reclusione, con l’aggiunta di altri sei mesi con la condizionale per un periodo di tre anni.
Nel 2004 la liberazione dell’ex tecnico – diventato uno dei più noti esponenti del movimento di protesta contro le armi atomiche in generale e contro la politica nucleare israeliana in particolare – era stata accompagnata dall’imposizione di severe limitazioni. Israele voleva garantirsi che Vanunu non divulgasse altre informazioni sulla centrale che, a quanto pare, ha custodito nella memoria. A Vanunu, che prova forte repulsione verso Israele (al punto che si rifiuta di esprimersi in ebraico e che si è convertito al cristianesimo facendosi chiamare John Cross), è stato negato il permesso di andare all’estero. Una delle colpe addossategli è aver tentato di «uscire da Israele» quando cercò di passare da Gerusalemme verso la città cisgiordana di Betlemme, distante dieci chilometri. Al tecnico è stato anche vietato di avere contatti con cittadini stranieri.
Da”il Manifesto”, 3 Luglio 2007, p.5
Il tecnico israeliano Mordechai Vanunu è stato condannato ad altri sei mesi di carcere per aver violato la libertà vigilata concessagli pur avendo completato l’intero periodo di detenzione di 18 anni. Vanunu, che lavorava al reattore nucleare di Dimona, era stato condannato con l’accusa di spionaggio per aver denunciato nel 1986, in una intervista al Sunday Times, l’esistenza del programma nucleare militare israeliano. Una volta scarcerato, tre anni fa, gli era stato imposto di non concedere interviste. Il tribunale di Gerusalemme ha giudicato Vanunu colpevole di aver parlato con i giornalisti.